Dal 7 al 9 Settembre 2025 si è tenuto a FieraMilano Rho l’evento MICAM, leader globale della calzatura di moda, di qualità, innovativa e sostenibile, che ha festeggiato la sua centesima edizione.
Il salone ha celebrato oltre mezzo secolo di storia tra tradizione e innovazione continua, in quella sintesi perfetta e consolidata che ne ha fatto un appuntamento immancabile per le piccole e medie imprese italiane, ma anche per i marchi internazionali che qui presentano le loro creazioni. Sfilate, incontri dedicati all’innovazione, una mostra e un francobollo tematico. Un meraviglioso viaggio tra passato, presente e futuro.
Da Vigevano, culla della calzatura italiana, che nel 1931 ospitò la prima edizione della rassegna dedicata alla calzatura, MICAM si è affermato nel tempo come salone leader a livello mondiale grazie ad A.N.C.I. l’Associazione Nazionale Calzaturifici Italiani, che nel 1974 ne assunse la gestione, per consolidarla ulteriormente negli anni successivi, dando vita ad un connubio unico tra l’alto artigianato italiano unito a quello internazionale, da una passione autentica, guidata da una ricerca costante di innovazione tecnica e da uno sguardo sempre aperto al futuro.
Dai primi anni Duemila, Milano è diventata la casa perfetta per ospitare la rassegna, in un percorso rivolto sempre più all’internazionalizzazione. Così nel 2017, MICAM ha inaugurato spazi dedicati ad eventi, formazione, intrattenimento, seminari e aree speciali, per fornire un’esperienza di visita totale. Un aggiornamento continuo che nel 2018 è passato per un importante rebranding fino ad arrivare all’oggi.
Presenti 870 brand di cui 401 italiani e 469 internazionali: in classifica troviamo Spagna, Turchia, Brasile, Germania e Portogallo.
La storia della moda calzaturiera è stata ripercorsa dalla speciale mostra “100 STEPS INTO THE FUTURE”, testimonianza dell’evoluzione del gusto, dello stile e della tecnologia attraverso immagini divenute vere e proprie icone. Per ogni decennio due modelli simbolo: uno lifestyle, espressione delle tendenze quotidiane e uno tecnico- sportivo, emblema dell’innovazione e della performance.
Nota di merito, l’area Trends & Materials, legata alla Buyer Guide sviluppata grazie all’intelligenza artificiale ( creata per ottimizzare gli acquisti e ridurre l’invenduto ) e le aziende WOV LABS ( che hanno presentato un’innovazione per rendere sempre più trasparente e diretto il contatto tra produttore e cliente finale, attraverso il Passaporto Digitale per i prodotti ) ; SIZEWISE ( che hanno rivoluzionato il retail calzaturiero con raccomandazioni di taglie basate sull’intelligenza artificiale, permettendo agli acquirenti di ricevere previsioni accurate delle taglie utilizzando semplicemente uno smartphone, sia online che in negozio, aiutando i brand a ridurre i resi e aumentare le conversioni ) , WEEV ( piattaforma SaaS basata su cloud che connette marchi e fornitori tramite asset digitali, integrando anche la gestione della documentazione ESG, con la possibilità di una ricerca intuitiva e integrazioni API con sistemi ERP, PLM e Asset 3D ) , YOCABE ( piattaforma D2C che aiuta i brand a vendere sui marketplace ) , MAGICSTORE ( gestionale in cloud per i negozi del fashion, che supporta la digitalizzazione dei processi di vendita integrando perfettamente fisico e online ) . Infine 1956 INDIVIDUALS, che sviluppa personaggi AI in grado di interagire in tempo reale con i clienti, creando esperienze personalizzate e coinvolgenti, che rafforzano la relazione emotiva col brand, fidelizzando il cliente e ottimizzando le performance del punto vendita.
Protagonisti assoluti della contemporaneità e dell’innovazione, 12 nuovi designer emergenti provenienti da tutto il mondo: ricordiamo Le Plagiste (Francia), che propone scarpe eleganti e casual ispirate all’arte di vivere francese, Canella Brand Shoes (Perù), fondato dalla 30enne Daniella Pedraglio, che dopo gli studi alla Polimoda di Firenze ha creato collezioni radicate nella cultura peruviana con materiali eco-sostenibili locali, Bróg (Irlanda), brand della designer brasiliana Danieli Bergin, che unisce heritage irlandese, eleganza e sostenibilità, utilizzando pelle certificata LWG e packaging biodegradabile, Nuosmiq, brand di Seoul che sviluppa design genderless con materiali sostenibili e progetti di upcycling, membro ufficiale di “1% for the Planet” e Then (Corea del Sud), fondato da Soojin Kim nel 2020 per sostenere gli artigiani di Seongsu-dong, che crea scarpe handmade dal design classico ma contemporaneo.
Infine, spazio all’Italia: Lancialy Milano, co-fondato da ChiaLi Lin che unisce la sua esperienza con brand come Jil Sander e Off White in calzature straordinarie che interpretano la vita quotidiana con amore; Apice, il brand Made in Italy della 20enne Zarina Pistonesi, che con il motto “Authenticity lives in imperfection” crea prodotti senza tempo ispirati alla tradizione familiare calzaturiera; Le Signe, brand emergente e Servati, il cui sogno audace è quello di rivoluzionare il mondo della moda con sneakers 100% riciclabili stampate in 3D.
L’innovazione si è affermata al centro del nuovo palinsesto MICAM Next curato da Wired Italia, con incontri dedicati ai temi “E-commerce, new tech; strategie omnichannel per la calzatura”, “Design della scarpa, tra genio e customizzazione”, “Ai piedi di AI” “Sport shoes, tech shoes”.
Le 100 edizioni di MICAM coincidono con gli 80 anni di Assocalzaturifici, l’associazione che rappresenta a livello nazionale oltre 400 aziende del settore e socio di riferimento proprietaria della manifestazione. Un doppio traguardo festeggiato con un piede saldamente piantato nel passato, con la sua tradizione artigianale e il suo know how, e lo sguardo sempre rivolto al futuro e a nuovi traguardi.
Giovanna Colini, Presidente di Assocalzaturifici, ci ha fornito un’analisi economica interessante:
“L’analisi dei dati evidenzia nel cumulato gennaio-giugno un calo sia del fatturato (-5,6% tra gli associati partecipanti alla rilevazione trimestrale) sia della produzione industriale (-9,5% l’indice Istat, con una riduzione tendenziale del -7,5% nel periodo aprile-giugno). L’export resta positivo nelle paia (+3,2% neiprimi cinque mesi) ma appare in calo in valore (-2,7%), risultando frenato dalle performance nel Far East e nell’area CSI. Tengono i mercati comunitari (+1% in valore), mentre prosegue il trend decisamente favorevole di Emirati Arabi (+26,6%) e Turchia (+13,5%). L’attività di pura commercializzazione ha favorito l’incremento dell’import (+18,2% in quantità), con una decisa crescita dei flussi dall’Estremo Oriente (+45%); oltre alla Cina, Vietnam, Indonesia, Cambogia e Birmania presentano aumenti sostenuti. Il saldo commerciale è sceso a 2 miliardi di euro di attivo (-15,8% su gennaio-maggio 2024). Sul fronte interno, i consumi delle famiglie mostrano difficoltà di ripresa (-1,9% in volume, -0,7% in spesa); le calzature sportive e le sneakers si confermano l’unico segmento con leggero dinamismo (+1,2% in spesa)”.
Ritornando all’export – che storicamente “traina” l’industria calzaturiera italiana, dal momento che l’85% delle calzature prodotte nel nostro Paese è destinato ai mercati esteri – nei primi cinque mesi del 2025 si è attestato a 4,89 miliardi di euro (-2,7%), per 84,5 milioni di paia (2,6 milioni in più dello stesso periodo 2024, pari al +3,2%), con un prezzo medio per paio sceso a 57,82 euro (-5,7%). A soffrire della congiuntura negativa innescatasi nella seconda metà del 2023, al termine del rimbalzo post- Covid, sono tutte le fasce di prodotto, inclusi il lusso e le griffe. I mercati UE (+1% in valore e +6,1% in volume nell’insieme) si son comportati meglio delle destinazioni extra-UE. Tra i partner comunitari, spicca il recupero della Germania (+12,4% in valore e +15,8% in quantità) e tiene,almeno in termini di paia (+1,3%), l’export verso la Francia, che però segna un -5,5% in valore restando comunque saldamente al primo posto tra le destinazioni. Consolidamenti di varia intensità si sono registrati, sia nelle quantità che nei valori, per diversi altri importanti mercati: Spagna, Polonia, Belgio e Austria. Con riferimento all’export extra-UE (che globalmente mostra un -6,5% in valore e un -3,2% in volume), flessioni generalizzate hanno interessato tutti i principali mercati del Far East (-23%) e diversi paesi dell’ex blocco sovietico, tra cui i due in guerra (Russia -14,4% in valore, Ucraina -3,8%) e il Kazakistan (-2,5%), che rallenta dopol’espansione considerevole degli anni recenti. Tra le tipologie, le scarpe con tomaio in pelle presentano un trend non favorevole sia in volume (-2,7%) che in valore (-7%).
“Riguardo alle prospettive, – spiega Ceolini – grava l’incognita dell’impatto dei dazi americani, le cui reali conseguenze sulle vendite si potranno quantificare solo coi dati dei mesi autunnali. La tenuta evidenziata dall’export verso gli USA in aprile (+1,9% in valore) e maggio (+1,8%) valetta con cautela, perché l’incertezza e l’eventualità che potessero essere fissate tariffe ancora più gravose possono aver spinto gli operatori ad accelerare le transazioni col dazio aggiuntivo del 10%. Troppo presto, dunque, per trarre conclusioni in merito. Un provvedimento – l’istituzione dei dazi che l’accordo con la UE ha fissato al 15% baseline a partire dal 7 agosto – peraltro dichiarato illegittimo pochi giorni fa da una Corte d’appello federale americana e su cui ad ottobre sarà chiamata a giudicare la Corte Suprema, dopo il ricorso della Casa Bianca. I dazi potrebbero ripercuotersi sulle decisioni di acquisto della clientela americana e direttamente sullamarginalità delle imprese esportatrici nel caso decidessero di “assorbire” in tutto o in parte la nuova tariffa. L’importanza degli USA per le esportazioni del calzaturiero – erano il secondo mercato in valore, con quasi 1,4 miliardi di euro, a consuntivo 2024 – ha reso il tema di grande attualità negli ultimi mesi, per il rischio che potrebbe rappresentare per la tenuta delle aziendeesposte su quel mercato, giustamente allarmate”.
Le attese per la seconda metà del 2025 restano improntate alla cautela: l’assenza di novità di rilievo nel panorama economico internazionale e in quello geopolitico e le tensioni commerciali internazionali innescate dai dazi USA non permettono facili ottimismi. Oltre la metà degli imprenditori intervistati (58%) prevede di chiudere l’anno con risultati inferiori rispetto al 2024.


