Riscopriamo il valore del silenzio

Sembra un paradosso, ma oggi è molto più difficile stare zitti che parlare: il silenzio è diventato una risorsa scarsa e la sua scomparsa ha fortemente modificato non solo la comunicazione, ma anche le relazioni interpersonali sui luoghi di lavoro, tra genitori e insegnanti, tra studenti e insegnanti.

L’editoriale di questa settimana voglio sintetizzarlo in poche anzi pochissime parole e voglio dedicarlo ad un tema forse dimenticato nell’era digitale di Internet, dei social network e della costante connessione. Per questo con il mio piccolo editoriale desidero ridare il ruolo di protagonista a lui, al tema che ho scelto per la settimana che sta iniziando: il silenzio.

Il silenzio non perché non vi siano argomenti che meriterebbero di essere trattati e approfonditi anche traendo spunto dalla cronaca nazionale e internazionale, ma perché credo fortemente che si debba, ogni tanto, prenderci la libertà di fermarci e di riflettere su ciò che abbiamo visto, letto e ascoltato.

Viviamo una dimensione ricca di comunicazione (direi di “over-communication”), dove tutti spesso da soli davanti ad un video possono assumere autorevolezza e parlare di tutto. Viviamo una dimensione nella quale le parole tolgono visibilità e spazio alle competenze: basta avere una telecamera e riuscire a dire qualcosa che si diventa anche convincenti, potendo assumere senza particolari meriti il rango di esperto. Ma esperto in cosa?

Viviamo una dimensione nella quale spesso anche senza competenze si giudicano le parole altrui e talvolta anche i silenzi altrui. Recentemente mi è capitato di assistere a una trasmissione televisiva su una rete commerciale in cui alcuni giornalisti usavano parole insieme alla conduttrice per interpretare le parole dette e non dette dal nostro attuale Presidente del Consiglio Mario Draghi. Sulle parole dette e non dette di Mario Draghi si è costruito – anzi riempito – un intero spazio televisivo ricco, ricchissimo di parole.

Sembra un paradosso, ma oggi è molto più difficile stare zitti che parlare: il silenzio è diventato una risorsa scarsa e la sua scomparsa ha fortemente modificato non solo la comunicazione, ma anche le relazioni interpersonali sui luoghi di lavoro, tra genitori e insegnanti, tra studenti e insegnanti. La mancanza del silenzio e la mancanza di capacità a valorizzare il silenzio come risorsa hanno fortemente cambiato i ruoli nella nostra fluida e digitale società.

Sarà forse che il silenzio da molti viene visto come l’antagonista della visibilità? E quindi nella ricerca ossessiva di visibilità misurata da like e follower forse molti sono impossibilitati dallo stare zitti?

Non potremmo invece sovvertendo l’ordine poter pensare che il silenzio non è nemico della visibilità e tanto meno è nemico delle parole: non è il silenzio un importantissimo alleato proprio per dare valore e anche potenza alle parole e alla comunicazione?

Non sono in grado di rispondere a queste domande, ma sento che l’importanza del silenzio in questo momento storico e in particolare in questa settimana debba anche essere legata a quanto è trascorso in questo ultimo anno. Credo che un po’ di silenzio sia necessario per tutti coloro che a causa della pandemia ci hanno lasciati; per tutti coloro che hanno visto aumentare le proprie fragilità e la propria vulnerabilità, sia in termini economici e sia in termini sociali a causa dell’isolamento e della solitudine; per tutti coloro che da domani torneranno a fare lezione da casa privandosi della socialità propria dell’educazione e della scuola.

Il mio secondo editoriale su L’Imprenditoriale a fine dicembre 2020 è stato da me dedicato al tema della memoria: ecco io credo in maniera convinta che il silenzio non solo faccia bene alle parole e alla comunicazione, ma faccia anche molto bene alla nostra memoria. Da qui l’auspicio di vivere questa settimana – che per molti ha anche un valore Sacro legato al proprio credo religioso – nel silenzio e soprattutto nell’impegno di evitare tutte quelle parole che nulla aggiungono nella nostra vita e nella vita di chi ci è vicino. Del resto la Natura nella sua assoluta imponenza – come osservava Madre Teresa di Calcutta – utilizza il silenzio, facendo crescere nel silenzio i fiori, le piante e l’erba e facendo muovere sempre nel silenzio, il Sole, la Luna e le Stelle.

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