Inno a Procida

In un momento in cui la natura viene distrutta dagli incendi e dalle attività dell’uomo, questa poesia vuole essere un omaggio a tutto il mondo naturale, in modo da ricordare ai lettori il valore che possiede intrinsecamente.

Procida, chiamata “ l’Isola minore” di Ischia e Capri. Sabbia vulcanica, pietra di tufo giallo che dipinge l’isola e macchie di colore che la delineano. Porto che è sfondo iconico per artisti che si deliziano sempre a riprodurlo sulle proprie tele. Piccola isola, a misura d’uomo, che sarà la prossima “Capitale della Cultura” nel 2022. Come editoriale di questo mese l’Imprenditoriale propone un elaborato in versi, dedicato alla piccola isola della provincia napoletana.

La protagonista sull’isola vulcanica, in una calda giornata di agosto, paragona la sua esperienza a quella descritta da D’Annunzio nella lirica del Meriggio, che fa parte del più ampio componimento Alcyone. Costei comprende finalmente l’esperienza panica dannunziana: esperienza in cui il poeta si è sentito un tutt’uno con la natura e più in generale con l’universo.

Tu che imponente ti ergi sul tufo giallo mi fai tremare, 
come la sabbia quando silenziosa entra in contatto con la mia pelle.
La mia anima si ricompone
quando scruta le colline che ti sorridono a bocca stretta.
Un urlo silenzioso tra le strade mi avvolge, o Isola che rischiari l’anima mia.
Nelle tue acque, o , si dissolve la malattia dell’essere umano,
e mi avvolgono nel loro grembo 
così un’esperienza panica come nel poema dannunziano.
Natura che non sei così malvagia,
a discapito dei manoscritti leopardiani
sei innocua e ligia.
Il tuo male è essere scolpita dagli affanni umani, 
come la pulcra pietra di tufo modellata dal vento e dal mare.
Natura procidana lontana dall’uomo
 e dalla tempeste che scatena quando arrogante prova a possederti.
Mi hai concesso, o Isola, di comprendere il panismo di colui  che dell’Alcyone è autore,
che in modo fervente ha gridato la sua anima nei versi.
Isola minore di Ischia e Capri, nelle tue case i colori che hanno dipinto la mia inconsapevolezza puerile.

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