DIPENDENZA ENERGETICA: PERCHÉ L’ITALIA È CADUTA IN QUESTA VORAGINE?

L’odierna situazione di crisi energetica spiegata con poche pillole di dati.

L’ ODIERNA SITUAZIONE DI CRISI ENERGETICA SPIEGATA CON POCHE PILLOLE DI DATI

Ottobre 2022,

si potrebbe ormai affermare che l’argomento energia e caro bollette sia una discussione mainstream in Italia ed Europa, fino a tangere i confini – e l’opinione pubblica – oltre oceano. 

Senza scendere in argomentazioni politiche in senso stretto, è naturale chiedersi per quale ragione l’Italia sia incappata in questo enorme vortice di dipendenza energetica.

Negli ultimi anni l’energia è sempre stato un tema molto delicato, dal momento che procede tuttora con particolare lentezza il processo di transizione verso le fonti di energia rinnovabile. Forse è ancora troppo presto per dirlo, ma decisivo per questa transizione potrebbe essere il conflitto tra Russia e Ucraina iniziato nel febbraio 2022. Prima di procedere con queste riflessioni, è importante fare qualche passo indietro: quali sono le diverse fonti energetiche di cui ha usufruito l’Italia gli anni prima del conflitto russo-ucraino?

In base ai dati del 2020[1], il mix energetico italiano risulta composto per più dell’80% da combustibili fossili, quali gas e petrolio (quasi totalmente importato), rispettivamente al 42% e 36% e in piccola parte residuale il carbone (4%). Si attinge a fonti green solo per il 18%: l’11% sono fonti rinnovabili (fotovoltaico ed eolico); il restante 7% è dato dalla produzione idroelettrica. Si può dunque notare che il gas riveste un ruolo importantissimo e concorre in modo incisivo a determinare il prezzo dell’energia elettrica. In base ai dati sull’importazione del 202130 , il 40% del gas è importato dalla Russia. Guardando i dati, è chiaro il motivo per cui il conflitto tra Russia e Ucraina potrebbe essere determinante nella svolta verso le fonti alternative di energia. Una conversione energetica che si potrebbe definire “forzata”: lo stato di forte dipendenza del Continente europeo dal gas russo ha costretto i vari paesi europei, tra cui l’Italia, ad accelerare la transizione verso l’energia pulita e a considerare fonti energetiche alternative per tagliare i rapporti con Mosca. 

Dopo l’inizio della guerra la Commissione Europea ha elaborato il piano REPower EU il cui obiettivo è ridurre, entro la fine del 2022, di due terzi la dipendenza dal gas russo. Questo piano d’azione vuole cavalcare l’onda del suddetto conflitto per rendere l’Europa indipendente dai combustibili fossili prima del 2030. Il piano REPower EU[2] si è affermato proponendo i seguenti obiettivi:

  • Risparmiare energia
  • Produrre energia pulita
  • Diversificare l’approvvigionamento energetico europeo

Occorre, come si è già affermato, un’espansione veloce e massiccia delle energie rinnovabili, un processo di elettrificazione più rapido e abbandonare i combustibili fossili nell’industria, edilizia e trasporti. 

Il conflitto ad agosto 2022 è ancora in corso, gli asset e gli accordi geopolitici sono labili e mutevoli: servirà molto tempo prima di delineare lucidamente le conseguenze e gli impatti derivanti dal conflitto russo-ucraino. 

Una considerazione sorge spontanea: era necessario un gravoso conflitto “mondiale” per costringere l’Europa ad accelerare la transizione verso l’energia pulita? L’inquinamento provocato dai combustibili fossili non è mai stata una motivazione sufficiente ad accelerare il processo di conversione? Giusto qualche dato:[3]

  • Circa 40mila bambini al di sotto dei cinque anni muoiono ogni anno nel mondo a causa dell’esposizione al PM2.5 che proviene dalla combustione dei combustibili fossili[4], soprattutto nei paesi a più basso reddito. Questo per non enunciare tutte le casistiche di malattie che colpiscono migliaia di persone, tra cui l’asma.
  • Nel mondo 1,8 miliardi di giorni di assenza da lavoro per malattia sono associati all’inquinamento dell’aria da PM2.5 derivante da combustibili fossilicon una perdita economica pari a circa 101 miliardi di dollari all’anno.

Difficile prevedere l’evoluzione di questa difficile guerra geopolitica e i danni che provocherà la forte dipendenza energetica.

Tuttavia, conoscere i dati e gli eventi passati è essenziale affinché certe dinamiche possano essere studiate ed evitate in futuro. 

Ci si aspetta, dopo questa “lezione” internazionale, che la transizione ecologica non sia solamente un escamotage per evitare lo scontro con la Russia per i combustibili fossili, ma un modus operandi per un mondo più sostenibile e accessibile.


[1] I dati usati sono presi dalla seguente relazione del Parlamento https://www.parlamento.it/application/xmanager/projects/parlamento/file/repository/commissioni/bicamerali/copasir18/Doc._XXXIV_n._9_bozza.pdf

[2] Per approfondire questo piano d’azione: https://ec.europa.eu/info/strategy/priorities-2019-2024/european-green-deal/repowereu-affordable-secure-and-sustainable-energy-europe_it

[3] https://www.greenpeace.org/italy/comunicato-stampa/6932/greenpeace-inquinamento-atmosferico-da-combustibili-fossili-costa-al-pianeta-8-miliardi-di-dollari-al-giorno-in-italia-una-stima-di-56-mila-morti-premature-ogni-anno/

[4] Il particolato è una sostanza chimica molto nociva per la salute umana. Si trova smesso di dimensione 2.5 o 10 mm. Per ulteriori approfondimenti: https://www.salute.gov.it/imgs/C_17_paginaRelazione_1438_listaFile_itemName_2_file.pdf

Nell’immagine di copertina: il generale Zhukov, personaggio importante e influente della seconda guerra mondiale.

Autore

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

Categories