2021: Ripartiamo dai giovani

Forse è arrivato davvero il momento di ripartire da qui: da noi giovani, dai temi che ci riguardano e che riguardano inevitabilmente il futuro del nostro paese.

È scoccata anche la mezzanotte del 1 gennaio ed eccoci finalmente nel 2021.

Questo è da sempre il momento dei “buoni propositi”, il tempo dove le persone si immaginano cosa vorrebbero cambiare, migliorare o addirittura cancellare dalle proprie vite: prospettive lavorative, persone che vogliamo avere accanto e sogni da realizzare.

L’inizio del 2021 non è stato da meno: i fatti accaduti nel 2020 hanno scosso profondamente e sotto diversi punti di vista la nostra vita, facendoci riporre tanta fiducia e speranza nell’anno che è appena iniziato, questo anche grazie all’idea di poter mettere fine alla pandemia con l’arrivo del vaccino.

Ma mentre tutti si aggrappano alle poche certezze rimaste facendo congetture sul futuro, mentre la politica, a tutti i suoi livelli, dà dimostrazione delle sue difficoltà e mentre ancora in troppi sono fermi a causa della perdita del lavoro che sta colpendo in modo particolare i settori dell’HORECA e annessi, c’è una categoria di persone che più di tutti si sta ponendo domande alle quali non riceverà risposte: i giovani.

Z. Bauman (sociologo) spiegava come il mondo fosse diventato “liquido”. Personalmente  mi sono accorto di questa verità una volta preso il diploma: quando finisci la scuola tutto dipende da te e dalle scelte che fai nel quotidiano. Puoi scegliere tu se lanciarti nel mondo del lavoro o se proseguire con l’università, se andare all’estero o stare in Italia oppure, più semplicemente, se leggere un libro oppure no. Insomma, ci si rende conto che tutte le strade sono percorribili.

Ma se essere messi di fronte ad infinite possibilità paralizzava già molti, perché per capire che strada scegliere bisogna prima comprendere chi siamo e cosa vogliamo (domande alle quali non siamo molto allenati  a rispondere), la pandemia  ha messo ancora più in difficoltà i giovani: aggravando sia il contesto socio economico generale e personale, che offre dunque meno possibilità, sia spegnendo la motivazione e a tratti la curiosità dei giovani facendo quindi venir meno la capacità di accorgersi delle opportunità offerte.

Emblematico è il numero dei NEET, i giovani che non studiano e non lavorano, che in Italia  ha toccato quota 2 milioni, come riportato dall’Istat nel 2020. Un dato allarmante con il quale bisogna fare i conti e di cui la società deve farsi carico: troppo spesso i giovani vengono dimenticati o dati per scontato e il covid sta mettendo a dura prova questa condizione già precaria.

Quale futuro ci spetta? Riusciremo a realizzarci? Siamo sicuri di star facendo quello che ci piace davvero? Come possiamo cambiare la nostra condizione? Sono solo alcune delle domande che quotidianamente spuntano imperterrite se pensiamo al futuro o al presente.

Forse è arrivato davvero il momento di ripartire da qui: da noi giovani, dai temi che ci riguardano e che riguardano inevitabilmente il futuro del nostro paese. Il 2020 ci ha dato l’occasione di prendere consapevolezza su fenomeni sociali e bisogni che non possono più essere trascurati, ma questa consapevolezza deve trasformarsi in azione se si vuole fare di più.

Ripartiamo dalla scuola, promuovendo una didattica inclusiva e innovativa, anche alla luce ci ciò che abbiamo appreso da questo periodo di crisi. Chiediamo che vengano investite più risorse nel mondo dell’università, che si pensi allo sviluppo di politiche lavorative serie e rivolte alle nuove generazioni. Pensiamo anche ad una riqualificazione del territorio in cui viviamo, delle periferie e di quei contesti che offrono davvero poco, se non addirittura niente, privandoci di fatto della possibilità di costruirci un futuro.

Abbiamo bisogno di una prospettiva, di capire che “si può fare” e che anche noi possiamo dare il nostro contributo, insieme a chi ha più esperienza. Non sappiamo cosa ci aspetta nel futuro, ma siamo certi che tutte le scelte che verranno fatte oggi avranno il potere di cambiarlo e non possiamo rimanere indifferenti. Ripartiamo da qui.

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