Un cambiamento epocale: vent’anni senza lei.

Inizia con questo editoriale il secondo anno di vita della nostra testata “L’Imprenditoriale” e il nuovo anno. Il primo editoriale dell’anno desidero scriverlo ricordando “colei” che ci ha accompagnati per molti decenni, contribuendo a creare la nostra identità e che ormai da venti anni ci ha definitivamente lasciati. Prima di iniziare però voglio sottolineare che in questo ricordo non c’è e non ci deve essere nostalgia, ma solo la volontà di creare uno spazio alla memoria storica nella consapevolezza che solo grazie alla storia e grazie alla memoria possiamo guardare al futuro in maniera consapevole. Del resto, se oggi siamo qui è anche grazie a tutto ciò che ci ha preceduto nel bene e nel male. Ancora una volta desidero sottolineare come troppo spesso la proiezione nel futuro e l’immersione nel presente ci fanno troppo facilmente dimenticare il passato anche a noi vicino. 

Mi piace iniziare il nuovo anno con questo ricordo principalmente per due ragioni: la prima ragione riguarda le nuove generazioni che non hanno avuto il privilegio di conoscerla e di incontrarla e che, anche quando capita di parlarne, fanno difficoltà a comprenderne i tratti distintivi; la seconda ragione risiede nel fatto che insieme a lei prima a scuola e poi all’Università ho imparato l’arte di fare di conto – la ragioneria – e sempre insieme a lei ho fatto le mie prime esperienze da adolescente e da adulto. Quando ero adolescente la sua presenza e la possibilità di utilizzarla ci faceva sentire grandi e contribuiva alla nostra crescita e alla conquista della nostra seppur piccola e limitata indipendenza.

Negli anni, sin da bambino, i miei genitori mi hanno insegnato a rispettarla, a prenderla sul serio e a non perderla, ma piuttosto a conservarla con attenzione e ad utilizzarla nei momenti giusti e con cautela. Mi ricordo all’età di diciannove anni la soddisfazione vissuta insieme a lei quando acquistai la mia prima auto nuova: una mini cooper con un tettuccio elettrico che si apriva automaticamente. Quell’acquisto ha rappresentato una delle ultime esperienze vissute insieme a lei perché da lì a pochissimo si sarebbe dovuta ritirare per lasciare spazio al nuovo corso.

La sua uscita di scena non è stata indolore. Ha fortemente modificato le nostre abitudini e i nostri comportamenti. Ricordo i primi tempi senza di lei e le difficoltà specie nelle persone anziane ad abituarsi a farne a meno. Del resto, seppure chi l’ha sostituita abbia mantenuto il suo stesso valore – almeno così ci veniva detto in quei primi mesi – il distacco non è stato affatto semplice.

Qualcuno ancora oggi la rimpiange e addirittura ne auspica il ritorno. Oggi a distanza di vent’anni dalla sua definitiva scomparsa il ricordo ci fa andare indietro nel tempo e ci fa comprendere non solo come siano passati molti anni nei quali molte cose sono cambiate, ma anche come noi stessi siamo diversi. C’è da dire che dalla sua uscita di scena sono anche avvenuti eventi importanti e inattesi che ci hanno colpiti e che forse nessuno avrebbe immaginato. Penso alla crisi del 2008 e alla recente emergenza sanitaria dovuta al Covid19.

Chissà come avrebbe preso lei il passaggio alla digitalizzazione e il crescente utilizzo del formato elettronico grazie ai nostri telefonini e alle carte che tutti noi abbiamo con noi? Chissà come sarebbe stata la crisi del 2008 e come oggi vivremmo in tempi di Covid19?

È difficile fare una valutazione di come saremmo oggi se lei fosse ancora tra noi. Tre anni fa esatti Il Sole 24 Ore in un bell’articolo ha provato a fare un bilancio richiamando anche uno studio fatto da Bloomberg (https://www.ilsole24ore.com/art/chi-ha-vinto-e-chi-ha-perso-20-anni-euro-e-che-cosa-accade-ora-sovranismo-e-brexit-AE6xT73G), dal quale emerge come la sua uscita di scena sia ancora un tema controverso.

Non voglio, pertanto, entrare nel merito di considerazioni economiche che meriterebbero molti approfondimenti e uno spazio sicuramente maggiore. Mi limito solo a ricordarla senza nostalgia nelle sue molteplici vesti: in metallo, in carta con i fogli grandi che ne attestavano il crescente valore e con i diversi colori. Mi limito a ricordarla per il contributo che ha dato alla nostra identità nazionale da quando nel 1861 divenne la valuta ufficiale dell’Italia: identità che oggi a distanza di vent’anni e in un momento molto complesso e difficile noi siamo chiamati, seppure in un contesto molto diverso, a portare avanti.

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