Oggi sono ottimista

Tutte le volte che si parla di futuro sono ottimista. Non ce la facevo più a sentire sempre le stesse notizie, non vedevo l’ora di sentir parlare di cosa arriverà dopo.

Chi mi conosce sa che tendo a non essere una persona particolarmente positiva. Non sono un’ottimista insomma, tendo sempre a notare più le ombre delle luci. Tuttavia, devo ammettere che in queste ultime settimane, guardando all’interno dei nostri confini, è difficile essere pessimisti. Ci sono dei segnali che interpreto, per motivazioni più o meno comprensibili, come ragioni concrete per essere ottimisti.

Prima di tutto il PIL. È un indicatore che trovo datato, non riesce a rappresentare da solo in modo coerente l’andamento del paese e in alcuni contesti può essere facilmente frainteso. Nonostante queste mie personali considerazioni, è difficile non essere positivi di fronte ad una ripresa del 4,7% nel secondo trimestre ed una previsione del 5,8% per il terzo trimestre rispetto al 2020. Daniele Franco, ministro dell’Economia, in occasione del Forum di Cernobbio, indica la strada oltre la crisi: “superata la crisi bisogna avere a mente che il debito andrà progressivamente ridotto e la crescita sarà importante a questo riguardo.” Non so a voi, ma a me sentir solo che ci sarà qualcosa dopo la crisi e in modo così casuale, riempie di coraggio. Poi vi invito a ripetere nella testa le seguenti semplici parole: “il debito andrà progressivamente ridotto.” Un’affermazione di questo tipo, oggi, è una boccata d’aria fresca, vuol dire che stiamo uscendo dallo straordinario e torneremo a parlare del nostro debito, mostro tenuto nascosto in soffitta e completamente surclassato da un altro ben più letale abominio.

Potersi permettere di guardare oltre è un dono che deriva anche da una campagna vaccinale condotta in modo convincente che ha portato risultati concreti, tra i migliori in Europa insieme alla Spagna. Con una percentuale di vaccinati in forte aumento diventa sempre più difficile per i non vaccinati nascondersi. Il Green Pass, in questo senso, è lo strumento ideale per portare allo scoperto i non vaccinati e render loro più difficile rifiutarsi per ideologia. Lo strumento, utilizzato come obbligo vaccinale velato, trova opposizione nei c.d. “No Green Pass”. Un movimento che ha minacciato per i primi di settembre una serie di manifestazioni indirizzate a disturbare il pubblico trasporto a lunga percorrenza di cui solo chi possiede l’ormai celebre QR code può usufruire. Ebbene, nonostante l’organizzazione avvenuta senza alcun ostacolo sulla nota app di messaggistica Telegram, nessuna manifestazione è riuscita a minacciare la pubblica viabilità.

Infine, Achille Lauro che in occasione del suo nuovo concerto annuncia la volontà di lanciare una sua personale moneta virtuale e che accetterà pagamenti dagli sponsor solo attraverso questo metodo di pagamento. Perché è una notizia che mi rende ottimista? La ragione è complessa. I concerti ripartono e saranno sempre più frequentati, il mondo cambia e gli artisti abbracciano per primi il cambiamento sposando delle cause politiche ed economiche apertamente, il ruolo sempre più manifesto della tecnologia anche nello star system italiano. Questo mix di fattori mi fa posare lo sguardo su un’Italia diversa, un’Italia più digitale, più diretta, più complessa e più aperta. Un’Italia che mi rende ottimista. Ci tengo a precisare una cosa: non sono un trader di monete virtuali e tantomeno lo voglio diventare, penso si tratti di una metodologia di investimento altamente rischiosa e facilmente manipolabile. Quindi il mio ottimismo non deriva strettamente dall’utilizzo della moneta virtuale ma dal fatto che esistano artisti ancora capaci di provare soluzioni nuove, pericolose e che si facciano portavoce di qualcosa che guardi al futuro. Io vedo la moneta virtuale come finanza estremamente frivola e pericolosa ma allo stesso tempo puzza tremendamente di futuro e rigetto dello status quo, tutte cose estremamente necessarie in una società che vuole guardare al futuro e abbracciare le sfide di domani.

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