Ho dato tutto per la mia attività di ristorazione e ora è tutto fermo – Flavio Finamore racconta Frish

“Ci troviamo ad un’interruzione non programmabile dei nostri piani di rientro e questo assume ancora più importanza se pensiamo che essendo una piccola realtà”

Il 9 Aprile, verso le 8 di sera, ho “incontrato a distanza” Flavio Finamore, co-fondatore di Frish: una società giovane e dinamica che opera nel settore della ristorazione. L’imprenditore mi ha raccontato della sua società, delle sue speranze e di come la crisi legata al COVID-19 abbia profondamente sconvolto la sua vita professionale.

Ciao Flavio, raccontaci di Frish.

Frish nasce in seguito all’idea di creare un servizio di ristorazione itinerante specializzato nella realizzazione di piatti a base di pesce. I punti fondanti della nostra attività sono sempre stati la standardizzazione dei processi produttivi, la qualità e la gestione efficace dei materiali di scarto portandoli quasi pari a zero.
Il centro della nostra attività, fino ad un anno fa, era un “food truck” con il quale abbiamo partecipato alle più grandi manifestazioni nazionali come l’Internazionali di tennis, il Salone Nautico di Genova, l’Open d’Italia di golf e il Salone dell’auto di Torino. Successivamente abbiamo diversificato il nostro business model spostando l’attenzione anche al mondo Catering sia privato che aziendale, abbiamo lavorato per clienti importanti come Fineco Bank, American Express e Sotheby’s.
Recentemente abbiamo aperto due punti vendita a Roma: il primo all’interno di uno spazio polifunzionale nel centro città che propone piatti a base di pasce e il secondo dentro un mercato Rionale che è un laboratorio con vendita al dettaglio di pasta all’uovo fatta a mano con una sezione specializzata sui ripieni di pesce.

Ora che è tutto fermo e, per motivi noti, non potete continuare a lavorare come prima, cosa farete? Che strategie state adottando per mantenere in vita la vostra iniziativa?  

Per iniziare, avendo investito da poco per l’apertura dei due punti vendita ci troviamo ad un’interruzione non programmabile dei nostri piani di rientro e questo assume ancora più importanza se pensiamo che essendo una piccola realtà in fase di start up non abbiamo investito i nostri risparmi ma bensì chiesto dei finanziamenti ai nostri istituti di riferimento. Attività come la nostra che trovano sostentamento dalle vendite giornaliere, non potendo operare viste le necessarie restrizioni, si trovano inevitabilmente in forte difficoltà.
Riportando degli esempi economici per rendere l’idea, è vero che abbiamo avuto la possibilità di mettere in cassa integrazione i nostri dipendenti, ma ci sono altri costi che restano vivi come i canoni di locazione per i quali oggi lo stato dà la possibilità di recuperare il 60% del credito di imposta, spese condominiali, bollette, leasing. Il contratto di leasing che abbiamo sottoscritto ci da oggi la possibilità di sospendere sia la quota capitale che la quota interessi ma, quest’ultima, dovrà essere restituita in un’unica soluzione quanto ripartiranno i canoni. Lascio a te immaginare quanto possa essere difficile.

Sì, posso immaginare ma magari con i nuovi decreti ci sono nuove possibilità per voi, cosa stai osservando per quanto riguarda il vostro business? Quali iniziative vi potrebbero aiutare?

Stanno stanziando dei prestiti fino a 25mila euro garantiti al 100% dallo stato, con tasso ancora da quantificare, per le attività che hanno i nostri stessi requisiti.
La regione Lazio stanzierà fino ad esaurimento fondi prestiti per max 10mila euro a tasso zero.
Indubbiamente è già un qualcosa ma, se la vediamo da un altro punto di vista, è un’altra forma di indebitamento che si andrà a sommare ai debiti che attività come la nostra hanno contratto prima dell’avvento di questa crisi. Non sapendo come reagirà il mercato a livello socio-economico chi può sapere se avremo poi la forza di far fronte a tutti questi debiti!
Per me non si possono sommergere le attività di debiti, in particolar modo tutte le attività che vivono di vendite giornaliere, l’unica soluzione concreta e salvagente sarebbe un’iniezione di liquidità. 

Parlando anche con colleghi del settore e vista la tua esperienza pluriennale nel settore: come ripartirà secondo te la ristorazione?

Voglio iniziare dicendo che non si sta tenendo conto che molte aziende EFFICIENTI chiuderanno, e questo avrà conseguenze sui mercati, sulla concorrenza, sui prodotti finali. Creare un’azienda efficiente non è semplice, serve tempo, personale qualificato, studi di mercato, ottimizzazione dei processi…
Le conseguenze indirette di questa crisi che stiamo vivendo sono molto difficili da quantificare e valutare, certamente cambieranno le nostre abitudini e il modo di fare ristorazione, ad esempio ci aspettiamo delle limitazioni in merito al rapporto mq locale e numero coperti e turnazioni per poter consumare seduti nei ristoranti.
Infine credo che questo periodo abbia portato ad una sostanziale spinta verso la digitalizzazione in tutti i settori e, cercando di vederlo in ottica positiva, potrebbe stimolare nuove opportunità di business per coloro che, come me, si troveranno per l’ennesima volta a rimboccarsi le maniche.

Immagino tu non veda l’ora di tornare a lavorare e a difendere la tua attività sul campo Flavio. Ti ringrazio per il tempo che mi hai dedicato e penso che la tua personale esperienza possa arricchire anche chi leggerà questo articolo.

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