Destini Incrociati in nome dell’unità

L’editoriale di oggi vuole, nella consapevolezza di non poterlo eguagliare, seguire il format di Giacomo Zito, raccontando la storia di due importanti Paesi che più volte sono stati tra loro molto vicini e che anche in quest’ultima settimana sono stati accomunati da vicende simili. I due Paesi protagonisti di questo editoriale sono gli Stati Uniti d’America e l’Italia.

Qualche anno fa su Radio24 l’attore, doppiatore e speaker pubblicitario Giacomo Zito conduceva una trasmissione dal nome “Destini Incrociati” nella quale raccontava in maniera chiara, interessante e puntuale la storia di personaggi le cui vite, molto spesso inconsapevolmente, si sono incrociate tra loro.

L’editoriale di oggi vuole, nella consapevolezza di non poterlo eguagliare, seguire il format di Giacomo Zito, raccontando la storia di due importanti Paesi che più volte sono stati tra loro molto vicini e che anche in quest’ultima settimana sono stati accomunati da vicende simili. I due Paesi protagonisti di questo editoriale sono gli Stati Uniti d’America e l’Italia.

Negli Stati Uniti d’America mercoledì 20 gennaio 2021 il Presidente Joe Biden ha giurato come 46° presidente americano insieme a Kamala Harris, 49° vicepresidente e prima donna afro-asio americana a ricoprire questa carica e ad essere eletta al Senato nel novembre 2016. La cerimonia di giuramento ha allontanato le immagini che solo il 6 gennaio di quest’anno hanno fatto il giro del mondo rappresentando un’America, già duramente colpita dall’emergenza sanitaria, confusa e in parte disorientata, che per la prima volta nella sua storia più recente (dopo l’attacco e messa a fuoco ad opera delle truppe britanniche nel 1814) ha subito un attacco ad uno dei principali simboli della democrazia.

La cerimonia di giuramento ha da subito assunto un importantissimo valore simbolico. Valore che possiamo ritrovare nelle parole del neo eletto presidente quando afferma che “questo è il giorno dell’America. Questo è il giorno della democrazia, un giorno storico e di speranza, di rinnovamento e determinazione. (…) Oggi celebriamo il trionfo non di un candidato, ma di una causa, la causa della democrazia. Il popolo, la volontà del popolo, è stata ascoltata, e la volontà del popolo è stata tenuta in conto. Abbiamo imparato ancora una volta che la democrazia è preziosa. La democrazia è fragile. E in quest’ora, amici miei, la democrazia ha prevalso.” Valore che troviamo nelle immagini della cerimonia e nelle parole e nelle movenze della giovane poetessa 22enne scelta da Jill Biden, Amanda Gorman.

Non possiamo sapere cosa accadrà nei prossimi mesi e anni, con quali complessità la presidenza Biden dovrà confrontarsi, ma possiamo immaginare quale sarà l’impronta con cui Joe Biden vorrà caratterizzare la propria presidenza: “Per superare queste sfide, per ripristinare l’anima e garantire il futuro dell’America, serve molto di più delle parole. Serve la più sfuggente di tutte le cose in una democrazia, l’unità. Unità.”

Nella stessa settimana, in Italia, Giuseppe Conte lunedì 18 e martedì 19 gennaio 2021 è andato in Parlamento a verificare la propria maggioranza dopo che due ministre del governo si sono dimesse a seguito delle incomprensioni tra il Presidente del Consiglio ed il leader di Italia Viva Matteo Renzi. Una settimana nella quale il dibattito politico si è focalizzato sulla ricerca dei responsabili prima e dei costruttori dopo, cercando di capire cosa accadrà nei prossimi giorni e nelle prossime settimane mentre il Paese è chiamato a combattere contro un virus che, dopo la tragedia delle vite spezzate, sta attaccando l’economia non sempre forte e solida del Paese.

Nel discorso di Conte apprezzabile è il richiamo alle disuguaglianze e alla volontà di riaffermare il principio d’uguaglianza sancito nell’art. 3 della nostra Costituzione, superando la discriminazione digitale (o digital divide) e valorizzando la nostra cultura anche con un rafforzamento del nostro sistema turistico.

Non voglio ripercorrere quanto affermato da Conte durante il discorso al Senato e quanto accaduto in Italia nella “contabilità parlamentare” di questa settimana. Voglio solo limitarmi, attraverso le immagini che tutti abbiamo visto in televisione, sui giornali e sui social, a evidenziare i “destini incrociati” tra Stati Uniti d’America e Italia in un momento drammatico caratterizzato dalla più grande crisi sanitaria mondiale recente.

Gli Stati Uniti, anche in questa occasione, ci hanno insegnato che le differenze e le contrapposizioni, seppur molto aspre, sono parte integrante del sistema democratico. La forza di una democrazia non è la mancanza di contrapposizione o di conflittualità, non è il non cambiamento, ma è piuttosto la capacità di sapersi riunire attorno al proprio Presidente anche quando non è espressione delle proprie idee politiche e anche quando è il risultato di un cambiamento elettorale, nella consapevolezza che qualunque sia il Presidente alla base c’è sempre una nazione fatta di uomini e di donne, giovani e meno giovani che sanno dialogare, confrontarsi e collaborare.   

Non sono in grado di valutare cosa sia meglio oggi per l’Italia in termini politici e non sono in grado di fare previsioni su ciò che accadrà in questa nuova settimana. Posso però, da italiano, dire cosa vorrei oltremodo vedere e ascoltare: una giovane o un giovane ventiduenne leggere nel nostro Parlamento riunito una poesia con la quale accendere la luce della speranza intorno alla quale – ne sono sicuro – tutti noi, donne e uomini, sapremmo riconoscerci e ritrovarci, traendo la forza necessaria per affrontare insieme le prossime sfide. 

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