Non dimenticare per ripartire: l’importanza della memoria

La nostra capacità di ricordare ci aiuterà ad affrontare il futuro e a non dimenticare quanto siamo vulnerabili e quanto rapidamente la nostra vita può cambiare in peggio.

Scrivere il mio primo editoriale per “L’Imprenditoriale” per l’ultima settimana del 2020, cercando di non essere banali e scontati, non è semplice. Sono molte le cose – anche ovvie – che si potrebbero scrivere a pochi giorni dalla fine dell’anno. Per questo, dopo aver molto pensato a cosa scrivere, ho deciso di soffermarmi su un tema sul quale vorrei condividere un momento di riflessione in questa settimana che ci condurrà all’inizio del 2021: il tema da me scelto è la memoria.

La memoria è un tema sul quale riflettere per almeno due ragioni. La prima riguarda la prepotenza con cui il COVID-19 in pochi mesi ha modificato e stravolto le nostre vite, facendoci dimenticare o allontanando da noi i ricordi su ciò che eravamo a fine 2019, sui nostri sogni, sulle speranze con cui nel 2019 abbiamo festeggiato il Santo Natale e salutato l’anno che stava per concludersi. Lontani oggi appaiono anche i primi due mesi di normalità del 2020: mesi che, per quanto mi riguarda, sono anche stati estremamente positivi e che mai avrebbero fatto immaginare ciò che da lì a poco è successo.

Quando penso alla fine del 2019 e all’inizio del 2020 penso a tutti coloro – soprattutto i giovani – che stavano affrontando la scuola, l’università, le avventure lavorative, penso a tutti gli studenti che si stavano avvicinando all’esame di terza media o addirittura alla maturità. Studenti che d’un tratto si sono trovati a casa a seguire le lezioni davanti al computer, senza poter svolgere più attività sportive e con forti limitazioni nel frequentare i propri amici, ma anche i propri nonni e i propri familiari. Studenti che non hanno potuto condividere gli ultimi giorni di scuola in classe con i propri compagni. Penso anche a tutti coloro che hanno intrapreso nuove avventure lavorative e imprenditoriali, a coloro che hanno investito i propri soldi, sperando in una nuova vita e che, ad un tratto, hanno visto tutto bloccarsi. Il COVID-19 ha interrotto in maniera prepotente la continuità relazionale ed emotiva e ci ha privati di esperienze facendoci cascare in una continua confusione e paura per noi stessi e per i nostri cari.

La seconda ragione riguarda il ritorno alla normalità. Non sono in grado di sapere quando ciò avverrà. Dal punto di vista sanitario l’arrivo dei vaccini dovrebbe darci qualche speranza anche se le previsioni sugli scenari socio economici evidenziano un’aspettativa di medio periodo, ipotecando tutto il 2022 e forse anche parte del 2023. Ma quando la normalità tornerà sarà ancora più importante la memoria. La memoria per tutto ciò che abbiamo visto, ascoltato e imparato in questi mesi di grande difficoltà e di grande sofferenza. Ecco che la nostra capacità di ricordare ci aiuterà ad affrontare il futuro e a non dimenticare quanto siamo vulnerabili e quanto rapidamente la nostra vita può cambiare in peggio.

La memoria ci deve far ricordare che ad un tratto possiamo scoprire come tante cose che quotidianamente diamo per scontate, anche senza volerlo (ad esempio per mancanza di tempo o per la velocità con cui siamo abituati a correre da casa a lavoro, da lavoro a casa), siano fondamentali per la nostra vita. Fondamentale diventa un abbraccio, la visita ad un amico, ad un parente, la condivisione di un momento, di un frammento di tempo passato insieme, magari semplicemente davanti ad un caffè. Fondamentale è la liberta di movimento e di relazione. Importante diventa l’incontro con i colleghi a lavoro, la lezione in aula o in classe, il contatto personale con il professore, il viaggio in treno, lo spostamento con i mezzi pubblici, la colazione al bar.

La memoria ci deve aiutare a ricordare come tutto questo è stato improvvisamente impedito a causa di un virus. Un virus che nessuno aveva previsto e che dalla sua infinitesimale piccolezza ha messo in crisi l’intero mondo, addirittura impattando – forse – anche sul destino politico di alcuni grandi Paesi.

Allora qual è la lezione che dobbiamo portare a casa in questo finale di 2020? Le lezioni sono molte, ma la più importante riguarda noi stessi. Ricordiamoci che siamo uomini e donne e che senza gli altri uomini e donne di qualunque etnia, religione, cittadinanza, ceto sociale, fede politica (oltre che calcistica) la nostra vita perde la propria normalità. La prima lezione dopo questo periodo è che dobbiamo volerci più bene e così agli altri e al mondo che ci ospita. Solo se riscopriremo questa dimensione che è in tutti noi e che ci accomuna proprio in quanto appartenenti alla stessa natura umana riusciremo più forti anche per future pandemie o emergenze.

Sul tema della memoria mi piace ricordare un grande giornalista italiano, Indro Montanelli, forse poco conosciuto dalle nuove generazioni, che in una sua intervista ebbe a dire citando uno dei suoi Maestri – Ugo Ojetti: “L’Italia è un paese di contemporanei, senza antenati né posteri e senza memoria. (…) Questo è un Paese che ha una storia straordinaria, ma non la studia, non la sa, è un Paese assolutamente ignaro di sé stesso.”

Ecco, la speranza è che la memoria possa non solo non farci dimenticare questo 2020, ma possa anche spingerci sempre di più nella curiosità di conoscere noi stessi, gli altri e le nostre radici storico-culturali, nella consapevolezza che può esserci un futuro senza memoria, ma che un futuro con la memoria è sicuramente migliore per tutti.

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