Lucrezia è una mia collega universitaria e ho deciso di intervistarla perché trovo sia di fondamentale importanza raccontare quando i giovani scendono in campo per migliorare il nostro territorio e di conseguenza il nostro futuro. Di seguito menziono le domande poste alla mia intervistata e le parole che lei ha dedicato a me e a tutti i lettori de “L’Imprenditoriale”.
- Lucrezia, il tuo impegno è molto lodevole. Potresti raccontarci l’iniziativa che hai avviato e gli obiettivi che mira a perseguire?
L’iniziativa è nata dopo aver preso visione di alcuni dati concernenti l’abbandono degli animali nel nostro paese: ogni anno vengono abbandonati lungo tutto il territorio nazionale circa 130 mila animali. Di fronte a questo problema sociale, non ho potuto voltare le spalle: ho proposto una campagna volta a sensibilizzare i cittadini che dopo poco è stata approvata dalla Giunta del Municipio. Questa è stata una grande soddisfazione dal momento che, oltre ad essere assessore, detengo presso il Municipio di Milano le deleghe sulle politiche degli animali.
Siamo partiti con la stampa di volantini per divulgare l’iniziativa. Questi ci hanno permesso di introdurre alle persone la nostra mission di sensibilizzazione: su questi, infatti, abbiamo spiegato per iniziare come un cittadino dovrebbe comportarsi qualora si imbattesse in un animale domestico abbandonato. Le finalità di questa campagna è raggiungere un certo livello di consapevolezza dei cittadini: gli animali non sono un giocattolo da compagnia, di cui prendersi cura solo in momenti di noia o in cui si passa la maggior parte del tempo nella propria dimora e da abbandonare quando le priorità cambiano, come quando si decide di andare in vacanza. Consapevolezza che concerne anche il modus operandi da applicare nel momento in cui ci si trova di fronte ad una situazione di abbandono. Consapevolezza nel senso di “con-sapere”: fare propri un insieme di valori e di informazioni che siano condivise da tutti in modo da creare situazioni di benessere per gli animali. Questa iniziativa è stata pensare per stare al di sopra di ogni schieramento politico dal momento che siamo dell’idea che ci siano alcune tematiche che vadano condivise da tutti i cittadini perché di estrema importanza e rientranti nella sfera dell’etica e di valori universali. Durante l’iniziativa sono stati presenti tre assessori municipali e l’associazione di animalisti che opera presso il Municipio, i quali svolgono un lavoro fondamentale per il nostro territorio: hanno come unico strumento l’amore per gli animali e come unico fine il loro benessere. Un evento che coinvolge tutti i cittadini a prescindere dal colore politico. Bisogna capire che la consapevolezza e l’informazione devono essere i cardini della politica in generale.
- Lucrezia, sei una delle ragazze più giovani che ha ricevuto la nomina di assessore. È una carica ancor più importante dato che ti trovi ad operare nella grande ed operosa Milano. Quali sono i principi e i fattori che ti hanno portata a farti strada nella politica? Il percorso di Economia che stai portando avanti e il diploma classico da te conseguito ti hanno in qualche modo formata per agire in questo campo?
Sì, io sono una degli assessori di Municipio più giovani di Milano. Sono entrata in politica a novembre 2019, ma purtroppo a causa della pandemia da Covid-19 non ho potuto agire sul campo da subito. Ho comunque sfruttato al meglio questo periodo: l’ho usato infatti per informarmi su tutte le questioni di attualità per poi andare ad agire sul territorio appena possibile. Sono entrata in politica con lo scopo di contribuire al cambiamento e al miglioramento di alcune situazioni sociali che caratterizzano il nostro paese. Il mio obiettivo primario è far del bene ai cittadini. Sono entrata in politica per fare qualcosa e non per diventare qualcuno. Penso che il politico debba essere solo l’intermediario attraverso il quale si crea benessere per la collettività. Politica come amministrazione della polis: l’amministrazione della città deve essere l’unico fine e non il mezzo per raggiungere scopi personali. Questo modo di veder la politica è al centro del mio credo insieme a rispetto, educazione ed onestà. Questi sono principi che mi caratterizzeranno per sempre sia nella sfera politica che privata.
Sicuramente il liceo classico mi è servito molto per avere una visione completa del mondo accompagnata da maggiore consapevolezza concernente la nostra civiltà: attraverso gli studi del passato capire come siamo arrivati alla società odierna. Anche gli studi di economia mi stanno servendo molto dato che economia è una facoltà molto trasversale: si studiano lingue, diritto insieme a discipline scientifiche come la statistica.
- Spesso i giovani vengono raccontati come poco stimolati ed indifferenti rispetto alle attività che mirano a migliorare il proprio paese. In quanto assessore, hai pensato a delle attività che possano incentivare l’interesse dei giovani?
Penso che spesso i giovani non partecipino a queste iniziative perché hanno perso la fiducia nelle istituzioni. Sono convinta di questo, la politica ha deluso in svariate circostanze, le istituzioni non si sono dimostrate all’altezza delle aspettative e questo ha portato la gioventù a sentirsi tradita dalla classe dirigente. D’altra parte, di fronte a questa situazione non si può rimanere passivi e indifferenti, bisogna reagire. Noi siamo il futuro. Noi rappresenteremo il paese tra qualche anno. L’allontanamento dalla sfera politica non produrrà niente di positivo. Questo rappresenta uno dei motivi per cui mi sono lanciata in politica: voglio portare un reale contributo al nostro bellissimo paese.
Vogliamo agire su quelli che sono i centri di aggregazione giovanile: bisogna far sì infatti che i giovani abbiano un punto di riferimento su cui poter contare e in cui possano esprimersi liberamente, senza distinzioni di ideologica politica, un luogo in cui possano esprimere le loro potenzialità attraverso molteplici attività. Vogliamo poi contribuire a creare più agevolazioni per quelle che sono le aziende fondate dagli under 35, in modo tale che la libertà di impresa sia tutelata e incentivata agli occhi dei giovani. In Italia, a causa di una burocrazia vetusta, sembra impossibile avviare nuovi progetti imprenditoriali, noi vogliamo invertire questa tendenza. Lo stato può fare qualcosa con politiche di stabilizzazione dando un forte contributo attraverso vari incentivi fiscali. Questo porterà a ricadute economiche positive su tutto il sistema, a partire dalla maggiore occupazione. I ragazzi si devono sentire fondamentali, tutelati e partecipi della nostra comunità. Il contributo giovanile non deve essere accidentale ma essenziale.
- Sempre sul tema giovani e sviluppo, quali pensi siano le problematiche che oggi vengono ignorate dai giovani?
Sicuramente vengono ignorate le tematiche di politica internazionale. Ho l’impressione che si tenda ad ignorare i problemi che non incidono direttamente sulla persona e sul cittadino quelli che sono percepiti come molto distanti dai bisogni contingenti del singolo individuo. Sfugge il fatto che in realtà tutto ciò che accade a livello macro, ha forti ripercussioni anche a livello micro e che bisognerebbe allargare gli orizzonti senza limitarsi a ciò che riguarda in primis i nostri bisogni. Siamo cittadini italiani ma viviamo nel mondo. Questo è il motivo per cui bisognerebbe prendere posizione in contesti più ampi. Bisogna essere più sensibili riguardo a guerra, povertà e fame nel mondo.
- L’Italia è uno dei paesi europei con il più basso livello di studi specialistici, soprattutto in ambito universitario. Da studentessa universitaria, quali pensi possano essere i limiti posti in essere dallo Stato che non incentivano i ragazzi a studiare? Anche in questo caso come potrebbero porsi le istituzioni in futuro?
Per quando riguarda studi molto specifici, lo Stato dovrebbe aumentare le borse di studio di specialità. Questo nello specifico nell’ambito della medicina: ci sono pochissime borse di studio nonostante la carenza di medici specialisti che servirebbero nella nostra nazione. Bisognerebbe organizzare stage in modo più massivo rispetto a quanto si fa adesso in modo tale che il mondo universitario e lavorativo siano più interconnessi e meno distanti. Questo aiuterebbe a trovare lavoro più facilmente e a non ritrovarsi spesati nel passaggio da ambito scolastico in senso lato e mondo lavorativo. Gli stage dovrebbero essere aumentati sia per gli studi universitari che tecnici.
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