La PA di domani? Largo ai giovani talenti oggi

Come possiamo pensare di portare avanti radicali riforme strutturali se non apriamo il settore pubblico al merito e alle nuove generazioni?

Riprendo con grande piacere l’appuntamento settimanale de L’Imprenditoriale dopo una pausa estiva e desidero dedicare il pensiero di questa settimana al nostro sistema delle amministrazioni pubbliche e ai nostri giovani.

Cosa unisce la PA ai giovani? Oggi più che mai i dati ci dicono che dobbiamo assolutamente riavvicinare i giovani al sistema delle amministrazioni pubbliche affinché possano entrare nei diversi ambiti, apportando nuova energia, visione e soprattutto nuove competenze. Quelle competenze oggi più necessarie per accompagnare la ripartenza della nostra economia e della nostra società, consentendo al nostro Paese tutto di cogliere le sfide che il PNRR ci presenta: penso alla digitalizzazione, alla transizione ecologica, all’intelligenza artificiale ecc. Sfide i cui effetti non si esauriranno nel breve periodo, ma si proietteranno nel medio e nel lungo periodo, potendo cambiare in meglio il volto del nostro Paese.

Come possiamo pensare di portare avanti radicali riforme strutturali se non apriamo il settore pubblico al merito e alle nuove generazioni? Come possiamo pensare che lo Stato da noi tutti composto non sia in grado di attrarre i migliori talenti tra i nostri giovani? Giovani, peraltro, dallo Stato medesimo formati nelle nostre università e scuole.

Come ho scritto questa settimana su Il Sole 24 Ore  – 27 agosto 2021, pag. 12 – (https://www.ilsole24ore.com/art/un-appello-giovani-e-pa-incontro-necessario-e-fruttuoso-AEgUAve) dobbiamo invitare i giovani a riscoprire il valore e anche l’orgoglio di fare parte del sistema pubblico. Dobbiamo costruire quella che qualcuno ha già chiamato la Next generation PA. Del resto, quale momento migliore? Da un lato le sfide del PNRR e, dall’altro lato, i dati che recentemente presentati al ForumPA.

La fotografia del settore pubblico italiano rappresentata al ForumPA evidenzia il calo del numero dei dipendenti pubblici tra il 2019 e il 2020 pari al -0,97%, con 3.212.450 unità, circa 31 mila persone in meno rispetto all’anno precedente. Nel prossimo triennio almeno 300 mila persone usciranno dal pubblico impiego, ma potrebbero essere anche di più considerando che oltre 500 mila dipendenti hanno già oltre 62 anni e 183 mila hanno raggiunto oltre 38 anni di anzianità di servizio. Da qui la nuova stagione dei concorsi, con lo sblocco delle prove selettive e un’importante semplificazione delle procedure, con la quale si vuole accelerare l’inserimento di personale necessario a garantire il funzionamento della macchina pubblica. Una vera sfida che spero si riesca a cogliere, ma per la quale è necessario riavvicinare i giovani facendo loro capire che anche nella nostra pubblica amministrazione potranno trovare percorsi di carriera ben remunerati e ricchi di soddisfazioni. Del resto – chi come me conosce la PA lo sa benissimo – la pubblica amministrazione offre davvero moltissimo in termini di prospettiva e di obiettivi concreti a beneficio della collettività. Basta non arrendersi o come qualcuno mi ha scritto in questi giorni “non ammainare la bandiera”.

A proposito di bandiera – e mi riferisco al nostro tricolore – come non pensare rivolgendo un invito ai giovani a Tommaso Claudi. Un giovanissimo diplomatico italiano che in questa settimana ha commosso tutti, salendo su un muro con un giubbetto antiproiettile per salvare i bambini, le donne e gli uomini afghani in fuga.

La forza di quell’immagine che tutti noi abbiamo visto esprime oggi al meglio l’importanza di unire questi due mondi: la PA da un lato e i nostri giovani dall’altro.

Da questa unione sono sicuro non solo usciranno molte vite salvate come quelle passate dalle braccia di Tommaso Claudi, ma uscirà un Paese Italia migliore proiettato veramente nel futuro. Un futuro non più solo immaginabile o auspicabile, ma un futuro raggiungibile. Giovani fatevi avanti e salite anche voi sul muro che divide l’Italia pre-Covid dall’Italia post-Covid.

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