L’editoriale di questa settimana vorrei dedicarlo al coraggio. È stata una settimana densa di polemiche, di crisi politiche interne ed eventi internazionali, ma oggi voglio lasciarmi ispirare dal ritorno in Russia di Alexey Navalny, la prima parola che ho pronunciato sottovoce appena ho visto la foto che lo ritrae insieme alla moglie sull’aereo è stata: “coraggio.”
Cos’è il coraggio? Partiamo dalla Treccani:
“coràggio s. m. [dal provenz. coratge, fr. ant. corage, che è il lat. *coratĭcum, der. di cor «cuore»]. – 1. Forza d’animo nel sopportare con serenità e rassegnazione dolori fisici o morali, nell’affrontare con decisione un pericolo, nel dire o fare cosa che importi rischio o sacrificio: sopportare con c. una malattia, le avversità; andare con c. incontro al nemico, incontro alla morte; avere il c. di dire la verità, di troncare una relazione.”
Mi fermo qua, ora proviamo a giocare insieme ad immaginare questi ultimi esempi calati nella nostra quotidianità.
“Sopportare con coraggio una malattia, le avversità.”
Questo esempio lascia poco spazio all’immaginazione. È da quasi un anno che viviamo nel terrore per una malattia e per le avversità che ha comportato. Se il surreale contesto che viviamo tutti i giorni ci è chiaro, diventa più difficile pensare ad esempi di coraggio. Nei feed di Twitter, Instagram o se si guarda per più di 5 minuti la televisione, la reazione più presente nell’affrontare queste avversità non è il coraggio. Tra lamentele, vittimismo e rabbia ci sono stati veramente pochi italiani in grado di affrontare con vero coraggio questa assurda situazione che viviamo. Siamo un popolo di pavidi? No, non è questo il punto, quello che forse vorrei insinuare è che viviamo in un contesto nel quale chi si lamenta di più ottiene di più. Non ci si guadagna niente ad essere coraggiosi, oggi lamentarsi conviene sempre; arrabbiarsi e perdere le staffe? Anche, tutto purché non si affronti le avversità in silenzio, non conviene.
“Andare con coraggio incontro al nemico, incontro alla morte.”
Anche per questo esempio di coraggio, l’episodio viene da sé. Sia che Alexey Navalny, esponente del Partito Democratico del Progresso russo, sia stato effettivamente avvelenato dietro ordine di Vladimir Putin o che in realtà la sua fosse una travagliata intossicazione alimentare, questo non toglie che ci voglia molto coraggio ad opporsi all’attuale presidente russo. Io non credo che nella posizione di Navalny sarei salito su quell’aereo per andare dritto tra le grinfie dell’orso russo. A prescindere dalle posizioni politiche e a ciò che si vuole credere, non si può non negare gli attributi di questo uomo. Mentre scrivo apprendo che è stato all’arrivo a Mosca.
“Avere il coraggio di dire la verità, di troncare una relazione.”
Non so se si può chiamare coraggio quello espresso da Renzi nel troncare la sua relazione con il governo presieduto da Giuseppe Conte. Di sicuro non si è trattato di amore a prima vista tra i due e le cose non sono migliorate con la formazione del Conte Bis. Parlare di un Renzi che rinuncia alla poltrona per avere il coraggio di dire la verità e dunque troncare la relazione è opinabile, in realtà sono le due ministre del suo partito ad aver perso la poltrona. Allora, si può parlare di coraggio? Alla fine, sia che le cose vadano bene o vadano male, in politica non sembra esistere il coraggio, nessuno infatti dà l’impressione di rischiare veramente qualcosa, c’è sempre uno scambio, una transazione e il politico che se ne va dalla porta, rientra dalla finestra. A prescindere da ogni schieramento politico, difficile trovare del vero coraggio nella politica odierna, per non parlare della verità. Le relazioni troncate possono essere ricucite se c’è convenienza, ogni patto può essere ritrattato e la verità trasfigurata. Tutto – o quasi – è lecito nello zibaldone della politica.
In qualsiasi modo la si voglia vedere, il coraggio alberga in ognuno di noi ed è una virtù che forse dovrebbe esser maggiormente coltivata. Per quanto possa essere spesso poco conveniente e dalla dubbia utilità pratica, è fondamentale per salvarci dai rimpianti ed acquisire una maggior consapevolezza di noi stessi portandoci oltre la nostra comfort zone.
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